Inverni aridi, spesso una costante del clima piemontese

immagine

L'inverno"nero" per antonomasia: 1980-81

La pioggia in Piemonte risulta assente dal 29 ottobre e le prosepttive future non sembrano smentire questo trend ormai consolidato; per almeno un'altra settimana lo scenario Mediterraneo sarà ancora dominato da figure anticicloniche . L'Agenzia per l'ambiente piemontese ha rilevato che nei 31 principali invasi della regione mancano 18,1 milioni di metri cubi di acqua rispetto alla media. Tralasciando volutamente i vari indici teleconvettivi, i periodi di siccità nella regione sono sempre più frequenti e prolungati, ed hanno spesso una caratteristica comune: valori barici estremamente alti sia al suolo che in quota e figure bariche di blocco costituite da un asse principale disposto sui paralleli, tipica dell'estate, quasi a scoraggiare qualsiasi tentativo delle perturbazioni di penetrarvi. Nonostante una stagione autunnale promettente( ottobre circa 200 mm di accumulo in area urbana), da inizio novembre un campo di alta pressione domina sul bacino occidentale del Mediterraneo, ed a parte brevi ed intense ciclogenesi al sud, il flusso zonale scorre su alte latitudini, annullando i normali scambi meridiani che la stagione dovrebbe offrire. Lo spettro dell'inverno 1989-1990 inserito in una triade di inverni anomali (1987-1990),aleggia tra gli addetti ai lavori,chi vi scrive ricorda nitidamente quei mesi. A quei tempi non vi era internet e ci si affidava al consueto bollettino serale redatto dal meteorologo e giornalista italiano Guido Caroselli. Le "sciabolate artiche" ed i vari sensazionalismi lasciavano spazio ad analisi precise ed esplicative, con un leggero trasporto emotivo verso uno schema barico piuttosto anomalo L'inverno meteorologico quell'anno chiuse con circa 10 mm di accumulo ed anche la stagione autunnale del 1989 risultò piuttosto avara di precipitazioni con circa 77 mm. Pensare che possano ripetersi simili sinottiche già nel mese di dicembre è francamente esagerato, ma i segnali offerti fino ad ora lasciano trasparire un certo pessimismo. Il periodo di Natale, che tradizionalmente assicura le maggiori entrate da parte degli operatori di settore, è spesso esposto a un forte rischio di scarso innevamento; sono molte le annate magre e tiepide eccone alcune:

  • 1980-81: accumulo trimestro invernale a Torino 5.6 mm
  • 1988-89: preciptazioni nevose quasi assenti nell'intero trimestre 1989-90 accumulo trimestre invernale a Torino 10 mm
  • 1994-95: stagione molto sfortunata per la neve sulle Alpi
  • 1999-00: altra stagione sciagurata a Torino 11.6 mm
  • 2006-07: anno senza inverno, stagione molto mite

Ormai oggi si può affermare con un buon margine di affidabilità che l’innevamento alpino si sta riducendo, in un futuro fatto di un clima sempre più caldo, le alte quote potrebbero cavarsela meglio, ma le basse quote vedranno sempre più spesso situazioni nevose spesso al limite, dove anche l'innevamento programmato potrebbe non risolvere il problema. Per concludere una piccola curiosità: i cannoni sparaneve furono inventati più di cinquant’anni fa per caso, nel Massachussets, nella tenuta dei fratelli Tropeano, originari di Avellino. Essi fecero fare un impianto per produrre nebbia in un frutteto, ma da quell’impianto più che vapore acqueo cominciò a uscire neve. Quegli impianti furono perfezionati e nacquero i famosi cannoni, importati in Italia nel 1974, il loro utilizzo si diffuse rapidamente a seguito delle annate disastrose sopracitate.

Immagine tratta da http://www.wetterzentrale.de. Video Youtube riferito a gennaio 1990, a Torino 0. 6mm. Fonte dati Il Clima di Torino(Mercalli e Di Napoli)

E tu, come la pensi?

blog comments powered by Disqus